Mobilità del futuro

Molti analisti non hanno dubbi sul fatto che il futuro della mobilità sarà elettrico. Entro il 2025, si stima che saranno lanciati a livello globale più di 400 nuovi modelli a propulsione elettrica; i governi emaneranno numerosi incentivi fiscali mirati all’elettrico; le case automobilistiche destineranno ingenti investimenti negli ambiti più complessi della mobilità elettrica. In particolare, in quelli che ancora non riescono a far esplodere la domanda del mercato: la durata delle batterie e la diffusione delle infrastrutture di ricarica. Di seguito le vendite di veicoli elettrici secondo l’IEA (International Eenergy Agency) dal 2010 al 2021 in milioni.
McKinsey ritiene che gli autoveicoli elettrici in circolazione nel 2050 saranno circa 2 miliardi, l’OPEC addirittura 2,6 miliardi. Lo sviluppo della mobilità elettrica sembra essere la strada tecnologica più ovvia da percorrere per contrastare i problemi ambientali che si profilano nei prossimi decenni. Per approfondire il tema, si rimanda agli articoli sul riscaldamento globale, sul futuro dell’energia e sull’inquinamento in Italia. Ciononostante, non si possono ancora trascurare alcune difficoltà oggettive. Se è vero che il veicolo elettrico risulta sostenibile in fase di attività, la sua produzione e il suo smaltimento ad oggi non risultano sempre altrettanto green.
Le principali tecnologie nell’ambito della mobilità
Da un punto di vista tecnologico, oltre alla propulsione elettrica, si parla sempre più spesso di:
- comunicazioni V2V, ovvero di auto in grado di dialogare tra loro, tramite sensori appositi, per aumentare la sicurezza e ottimizzare gli spostamenti);
- veicoli a guida autonoma, ovvero di mezzi che passano da una comunicazione V2V, vehicle-to-vehicle, ad una comunicazione V2X, vechicle-to-everything, e sono dunque in grado di interagire con tutto ciò che li circonda, a partire dalla segnaletica stradale, guidando per conto dell’uomo;
- tecnologie vehicle to grid, ovvero tecnologie bidirezionali, in ottica smart grid, che permettono ai veicoli elettrici di immagazzinare e restituire energia alla rete elettrica di una smart city.
La maggioranza di queste tecnologie sono state rese possibile grazie alla grande espansione tecnologica degli ultimi 20 anni in tema di intelligenza artificiale.
Colonnine di ricarica e auto elettriche in Italia
Per quanto riguarda il numero totale di veicoli elettrici immatricolati, nel 2021, si registra un +128% rispetto all’anno 2020 e una market share del 9,35% (+5% rispetto al 2020). L’Italia, con circa 137.000 immatricolazioni, si posiziona quinta nel contesto europeo con un distacco di più di 120.000 veicoli dalla terza, la Francia.
Per quanto riguarda le infrastrutture di ricarica pubbliche, nel 2021 i punti sono aumentati del +35%. Al 31 Dicembre 2021 risultano istallati 26.024 punti di ricarica e 13.233 infrastrutture (stazioni o colonnine) in 10.503 location accessibili al pubblico. Le problematiche riguardanti i punti di ricarica sono essenzialmente due: sono poche quelle che permettono una ricarica rapida e vi è una forte disomogeneità territoriale: oltre il 50% dei punti di ricarica è concentrato al Nord e quasi tutto il resto nel Centro.
I numeri relativi alle immatricolazioni e alle infrastrutture di ricarica pubblica sono fortemente interrelati. In Italia si potrebbe assistere ad un tasso di crescita dei punti di ricarica inferiore al ritmo degli altri Paesi europei, qualora le vendite di veicoli elettrici non continuino a crescere.
Non solo tecnologia
Quando si tratta di trasformazioni complesse come questa, da sola, la tecnologia non è in grado di dare una risposta a tutte le esigenze. Per fronteggiare il rapido processo di urbanizzazione che il mondo sta vivendo e adottare un approccio veramente green, la sharing economy potrebbe dare un forte contributo nell’ambito della mobilità.
Per sharing economy si intende l’economia collaborativa, che mette al centro la condivisione di beni e servizi tra più clienti.
Il tema della mobilità futura si deve dunque affrontare citando le ultime frontiere tecnologiche, ma anche trattando i cambiamenti culturali e di abitudini di vita che quest’ultime comporteranno.
La transizione verso la mobilità condivisa
Dal punto di vista culturale, il processo disruptive (dirompente) più importante in ambito di mobilità sarà quello apportato dalla mobilità condivisa. A livello globale, soprattutto nelle grandi città, nel lungo periodo si abbandonerà il concetto di proprietà dell’auto.
Alla base di tale predizione vi sono alcuni dati inconfutabili. Innanzitutto, una vettura di proprietà rimane inutilizzata per il 90-95% del tempo e viene stimato che in media un auto non venga adoperata per più di 10.000 km l’anno.
C’è inoltre un altro fattore determinante: il costo della gestione del veicolo è spesso insostenibile per grandi porzioni della società. Nel 2021, assumendo un kilometraggio annuale di 30.000km, il costo medio di proprietà mensile di un auto in Italia va dagli 899€ delle auto elettriche alle 1.106€ delle auto a benzina. Il costo è stimato considerando ammortamento del veicolo, costi di logoramento, per carburante, manutenzione, assicurazione, interessi e altri costi accessori. L’Italia risulta uno dei Paesi europei in cui tale conto è più salato, ma in generale possedere un’auto sembra essere diventato un lusso ovunque.
La sharing mobility
La mobilità condivisa riesce a rispondere in maniera efficace ed economica a queste tre problematiche. La mobilità condivisa include quella di linea/ad orario (treno, autobus, metropolitana…), quella on-demand (taxi, noleggi con conducente…), quella propriamente definita sharing mobility (bikesharing, scootersharing, carsharing, carpooling, ridesplitting, microtransit…).
Il bikesharing, scootersharing e carsharing sono servizi che, rispettivamente, permettono di noleggiare per breve tempo biciclette, scooter e auto, gratis o a pagamento. Il carpooling è un servizio di mobilità basato sull’uso condiviso di veicoli privati tra più persone che devono percorrere uno stesso itinerario. Il ridesplitting è un servizio che permette, attraverso una piattaforma digitale e a fronte di un pagamento, la messa a disposizione dei un veicolo. Il microtransit è un servizio che adatta dinamicamente il tracciato standard di un bus o di altro mezzo sulla base delle richieste inserite dagli utenti.
Il futuro della mobilità condivisa in Italia
Tutte le forme di sharing mobility negli ultimi anni sono risultate in crescita nel Bel Paese, escludendo la battuta d’arresto del 2020, dovuta alle restrizioni sulla mobilità intraprese per limitare la diffusione del Covid-19.
- Per quanto riguarda il carsharing, le flotte free-floating (servizi in cui i veicoli possono essere prelevati e depositati all’interno di un’area predefinita, ma non devono essere posizionati in una specifica stazione) sono diminute del 14,5% tra il 2019 e il 2020 (circa 6.000 veicoli). Per quanto riguarda il carsharing station-based (in questo caso i veicoli devono essere prelevati e depositate in apposite stazioni) la crescita della flotta è del 3% (circa 1.300 veicoli). In termini di noleggi, se ne contano circa 6,5 milioni (-50% rispetto all’anno precedente), di cui oltre il 90% usufruito tramite flotte fee-floating. Il 12% delle auto sono elettriche.
- Il numero di servizi di scootersharing attivi in Italia è passato da 1 a 5 nel corso di 5 anni. Il numero di motorini in condivisione è passato da 150 nel 2015 a 7.360 nel 2020 (+45% rispetto al 2019). I noleggi del 2020 sono calati del 24% rispetto al 2019, ma sono comunque 2,2 milioni rispetto ai 100.000 del 2015. Degli scooter in condivisione nel 2020, quasi il 100% è elettrico.
- per quanto riguarda il bikesharing, a fronte di un numero di servizi station-based pressoché costante, dal 2017 in poi continuano a crescere i servizi di free-floating. Nel 2020 si contano circa 24.700 biciclette in free-floating e quasi 10.000 station-based. I noleggi del 2020 sono stati complessivamente 5,2 milioni. Il 30% delle biciclette è elettrico.
- per quanto riguarda lo sharing dei monopattini, il 2020 è stato il primo anno di lancio della tecnologia, raggiungendo numeri molto importanti, sia sul volume dei veicoli (oltre 35.500), sia sul numero dei noleggi (7,4 milioni).
Di seguito il numero di veicoli e di noleggi effettuati, suddivisi per i vari canali tipologie di mezzo, dal 2015 al 2020.
Accompagnare la transizione verso una mobilità più sostenibile
A prescindere dal tipo di motore prescelto per il veicolo (e si è visto che nel futuro quest’ultimo sarà probabilmente di tipo elettrico), gran parte della rivoluzione della mobilità – non solo in termini ambientali, ma soprattutto in termini economici e di vivibilità urbana – sarà rappresentata dallo sviluppo dei servizi di mobilità condivisa.
Ciò si scontrerà culturalmente con l’amore per le quattro ruote, che potrebbe frenare lo sviluppo di questa pratica. I veicoli in circolazione in Italia al 31 dicembre 2020 risultano circa 52,7 milioni. Si parla di 39,7 milioni di autovetture e 7 milioni di motocicli. Il Bel Paese è nei primi posti in Europa per densità di autovetture circolanti. Di seguito l’evoluzione del parco veicoli Italiano dal 2001 al 2020.
Inoltre, il fenomeno della sharing economy sembra un business profittevole solo nelle grandi città, ma appare meno sostenibile economicamente nei piccoli o medi centri. Da questo punto di vista un grande sforzo sarà richiesto ai singoli Stati per colmare questi gap.
Un percorso obbligato
La mobilità del Bel Paese deve essere sicuramente ripensata. Attualmente, secondo INRIX, in Italia vi sono numerose situazioni critiche relative al traffico.
In termini di ore perse alla guida, nel 2020, Palermo e Roma sono risultate al 4° e al 6° posto nella classifica globale che analizza le grandi città. Gli automobilisti delle due città avrebbero perso in media rispettivamente 109 e 107 ore bloccati nel traffico. Altre città italiane con situazione critiche sono Torino (13° posto), Lecco (23°), Verona (39°), Bolzano (40°), Milano (47°).
Non sarà semplice favorire la transizione verso la mobilità elettrica e condivisa; le istituzioni, nei prossimi anni, dovranno comprendere e accompagnare le nuove tendenze. Ciò si dovrà tradurre nel:
- mettere in campo interventi orientati allo sviluppo di infrastrutture pubbliche innovative;
- revisionare il quadro legislativo di riferimento;
- promuovere incentivi e stimoli per imprese e cittadini mirati a favorire l’utilizzo di mezzi pubblici e l’acquisto di veicoli ibridi o elettrici.
TAKE AWAY
► Il tema della mobilità si deve affrontare citando le ultime frontiere tecnologiche, ma anche trattando i cambiamenti culturali e di abitudini di vita che quest’ultime comporteranno.
► Da un punto di vista tecnologico, la macchina del futuro sarà quasi sicuramente elettrica. Gli ostacoli più grandi per ora rimangono la durata della batteria, la diffusione di colonnine, il processo di produzione e lo smaltimento del veicolo.
► Parallelamente, un’altra grande rivoluzione sarà rappresentata dallo sviluppo dei servizi di mobilità condivisa. Questo nuovo modo di concepire la mobilità sta dilagando in tutto il mondo compresa l’Italia, ma si scontra con l’amore per le quattro ruote e appare poco sostenibile nelle piccole città. La transizione verso una mobilità sostenibile non sarà un processo rapido e facile da realizzare.
Fonti:
– IEA – Global EV Outlook 2021 – Aprile 2021
– MOTUS-E – Studi, analisi, guide e posizionamenti – 2022
– McKinsey – Global Energy Perspective 2022 – Aprile 2022
– McKinsey – How electric mobility is evolving – Ottobre 2021
– INRIX – 2021 Traffic Scorecard Infographics – Gennaio 2022
– ISTAT – Veicoli: Pubblico registro automobilistico – 2022
– Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility 2021 – Novembre 2021
– LeasePlan – Car Cost Index 2021 – Ottobre 2021