Le principali cause di morte in Italia

Studiare le principali cause di morte in Italia, come in ogni Paese, è essenziale per varie ragioni.
Innanzitutto, aiuta a capire le principali determinanti della salute. Brevemente si possono riassumere nella sfera ambientale (aria, acqua, radiazioni, rumore, rifiuti, clima…), nello stile di vita (attività fisica, fumo, alimentazione, assunzione di alcool o sostanza stupefacenti…) e nella variabili socio-economiche (età, titolo di studio, reddito…).
In secondo luogo, costituisce la principale fonte informativa per definire lo stato di salute di una popolazione e del suo sistema sanitario.
Infine, risulta fondamentale per delineare politiche sanitarie in linea con le esigenze di un Paese.
Nel seguente articolo si partirà analizzando alcuni dati a livello globale ed europeo, per poi focalizzarsi sullo stato di salute della popolazione italiana. Come ribadito nell’articolo sul sistema sanitario italiano, da molti punti di vista e al netto di alcune criticità, quest’ultimo risulta uno dei più efficienti al mondo.
La situazione a livello mondiale
A livello mondiale, nel 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che le prime 10 cause di morte hanno riguardato il 55% dei 55,4 milioni di decessi registrati nell’anno; le principali cause sono per lo più stazionarie negli ultimi 20 anni, ma alcune malattie, rispetto al 2000, non sono più nella lista delle top 10. I decessi per AIDS sono ad esempio diminuiti del 51% negli ultimi 20 anni. L’AIDS è passato dall’essere l’8° causa di morte al mondo nel 2000 alla 19° nel 2019. Di seguito le principali cause di morte nel mondo in termini di milioni di morti nel mondo.
L’aspettativa di vita alla nascita a livello globale nel 2019 è di 73,4 anni, contro i 66,5 del 2000. Molto si deve alla diffusione delle pratiche di igiene e alle vaccinazioni, ma sono molteplici le variabili che hanno inciso su questa dinamica positiva. Dal 2000 si registrano netti miglioramenti in tutti i continenti. Di seguito un grafico che mostra la progressione dell’indicatore dal 2000 al 2019.
Purtroppo permangono situazioni critiche in alcuni Paesi poveri. L’aspettativa di vita nel 2019 passa dai 78,2 registrati in media in Europa contro i 64,5 in Africa. Vi sono inoltre ancora dei tassi mortalità infantili molto alti in determinati Stati africani e mediorientali. Ciononostante, anche questi Stati mostrano incoraggianti e costanti passi avanti. Si muore sempre meno di malattie trasmissibili, materne, perinatali e nutritive.
I dati relativi al 2020 e 2021, alla luce della pandemia da Covid-19, impatteranno negativamente sul trend positivo. Tuttavia, è plausibile che, a fine della pandemia, si continui sul giusto percorso iniziato.
Le principali cause di morte in Unione Europea
In Unione Europea, al 2016, la situazione è decisamente migliore rispetto alla media mondiale. Tra il 2006 e il 2016, i tassi di mortalità standardizzati per tumori sono diminuiti del 10,5% per gli uomini e del 5,2% per le donne; per malattie ischemiche del cuore -29,1% per gli uomini e -35,2% per le donne; riguardo gli incidenti di trasporto -41,8% per gli uomini e -42,7% per le donne; per i tumori del seno -8% per le donne. Per contro, i tassi di mortalità per le malattie del sistema nervoso sono aumentati del 29,6% per gli uomini e del 33,1% per le donne. Ciò riflette il progressivo invecchiamento della popolazione.
Di seguito una panoramica sulle principali cause di morte nel 2016 in Europa indicate con il tasso di mortalità per 100.000 abitanti.
Nel 2016, per quanto riguarda le malattie del sistema circolatorio, i tassi più elevati si registravano in Lituania, Lettonia, Ungheria e Slovacchia (tra 359 e 561 decessi per 100.000 abitanti); quelli con i più bassi Francia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Italia, Grecia e Slovenia.
Tra le forme più mortali di tumori, vi erano i tumori maligni di: trachea, bronchi e polmoni; colon, giunto rettosigmoideo, retto, ano e canale anale; seno; pancreas; prostata; stomaco; fegato e dotti biliari. I Paesi con le più alte probabilità di decesso per tumore nel 2016 sono risultati Ungheria, Croazia, Slovacchia e Slovenia.
Le malattie respiratorie rappresentano la terza principale causa di morte in UE nel 2016. Le malattie del sistema respiratorio sono legate all’età. La grande maggioranza dei decessi per tali malattie si registra tra le persone di 65 anni o più. I tassi di mortalità più elevati per malattie respiratorie si sono registrati nel Regno Unito, Irlanda, Portogallo, Danimarca e Grecia.
Nel complesso, l’Italia si classifica come uno dei Paesi europei più virtuosi per tasso di mortalità totale nel 2016 (843,1 morti su 100.000) insieme a Francia (837,8) e Spagna (829). Al contrario, Bulgaria, Serbia, Lettonia, Romania, Lituania e Ungheria hanno tassi compresi tra 1.425 e 1.600.
Le principali cause di morte in Italia
Di seguito le principali cause di morte (indicate per numero di morti) in Italia nel 2019. Nel grafico è possibile filtrare per sesso. Passando il cursore sulla causa principale, è possibile inoltre visualizzare l’incidenza di alcune sotto-categorie sul totale dei morti di ambo i sessi per quella specifica causa.
Come è possibile evincere dal grafico, le prime tre cause di morte sono le medesime registrate in Unione Europea.
Come in UE, le malattie del sistema cardiovascolare, i tumori e le malattie del sistema respiratorio causano circa il 70% dei morti.
Omicidi, suicidi e vittime per incidenti mortali
Di seguito una panoramica sugli omicidi, i morti per incidenti stradali e i suicidi in Italia negli ultimi anni. Sebbene tali cause di morte non siano tra le più frequenti a livello nazionale, sono in grado di esprimere il livello di civiltà e sicurezza e la gravità dei problemi sociali che investono un Paese.
- Nel 2019 si contano 315 omicidi (204 uomini e 111 donne), meno di un terzo rispetto a quanto registrato nel 1995. Negli ultimi anni è diminuita la mortalità per omicidio volontario soprattutto per gli uomini, in particolare quella causata dalla criminalità organizzata di tipo mafioso. Nei primi anni ’90, si contavano 5 vittime di sesso maschile per ogni donna uccisa. Al 2019 il rapporto è sceso a 1,8. Il 91% delle donne uccise rientra nella categoria di femminicidio;
- Per quanto riguarda i suicidi, si osserva una dinamica piuttosto stabile negli ultimi 25 anni. Tale piaga sociale colpisce storicamente più gli uomini (il 77% nel 2019) e circa 3.700 persone all’anno;
- Le vittime di incidenti stradali mortali sono calati molto dal 2001 al 2019 (-55%), ma sono rimaste pressoché stabili dal 2013 al 2019. Il numero dei morti nel 2020, pari a 2.395 è risultato in netto calo soprattutto a causa della pandemia da Covid-19. I decreti governativi mirati al contenimento della diffusione dei contagi hanno infatti determinato il blocco quasi totale della mobilità e della circolazione in molti mesi dell’anno.
TAKE AWAY
► A livello globale, negli ultimi decenni, si sono registrati netti miglioramenti in tutti i continenti sui tassi di mortalità e l’aspettativa di vita alla nascita, anche se permangono delle situazioni critiche in alcuni Paesi poveri.
► In Unione Europea, al 2016, la situazione è decisamente migliore rispetto alla media mondiale. L’Italia si classifica come uno dei Paesi europei più virtuosi insieme a Francia e Spagna.
► Le malattie del sistema circolatorio, i tumori e le malattie respiratorie rappresentano le principali cause di morte in Italia e in Europa. Rappresentano circa il 70% dei morti totali.
► Le vittime di incidenti stradali mortali e gli omicidi, entrambi in netto calo rispetto al passato, sono rispettivamente 2.395 nel 2020 e 315 nel 2019. Il numero dei suicidi risulta stabile ed è pari a 3.680 nel 2019.
Fonti:
– OMS – World Health Statistics – 2022
– OMS – The top 10 causes of death – Dicembre 2020
– Eurostat – Causes of death statistics – Agosto 2021
– ISTAT – Salute e Sanità: cause di Morte – Marzo 2022
– ISTAT – Suicidi – Marzo 2022
– ACI e ISTAT – Incidenti stradali, anno 2020 – Ottobre 2021
– ISTAT – Autori e vittime di omicidio, anno 2018-2019 – Febbraio 2021