I diplomati in Italia

La quota di popolazione tra i 25 e i 64 anni con almeno un titolo di studio secondario superiore (c.d. diploma) è considerato uno dei principali indicatori per valutare il livello di istruzione conseguito da un Paese. Il diploma è infatti considerato il livello minimo indispensabile per acquisire le competenze di base richieste nella società attuale. Per approfondire il funzionamento del sistema scolastico italiano, si rimanda all’apposito articolo.
In Italia, i livelli di istruzione della popolazione sono in aumento, ma restano inferiori a quelli medi europei. Al 2021, la quota di 25-64enni in possesso di almeno un diploma è pari a circa il 62,7% (61,7% nel 2018). La media europea è pari a circa il 79,3%. Si osservi il grafico sottostante che evidenzia la percentuale popolazione tra i 25 e i 64 anni in possesso di almeno un titolo secondario superiore nei più grandi Paesi Europei.
Tali dati si riflettono anche nella bassa percentuale di popolazione italiana tra i 25-64enni in possesso di un titolo terziario. Per saperne di più sul mondo dei laureati in Italia si rimanda all’apposito articolo.
Se è vero che l’Italia, da un punto di vista relativo, non è tra i i primi della classe in Europa, la prospettiva cambia osservando il numero dei diplomati in termini assoluti. Il Bel Paese risulta il 3° Paese in UE per numero di persone in possesso di un diploma. Nell’anno scolastico 2021/2022 risultano 2,66 milioni di studenti iscritti ad una scuola secondaria di secondo grado.
Le categorie di persone che si diplomano di più e di meno
Il dato riferito al numero dei diplomati italiani nel 2021 si può analizzare da molte prospettive:
- tra gli stranieri, solo il 48,2% ha conseguito almeno un diploma di scuola secondaria superiore a fronte del 64,4% registrato tra gli italiani;
- Dal punto di vista generazionale, oltre il 76% dei 25-34enni ha almeno un diploma di scuola secondaria superiore contro il 50% dei 55-64enni;
- Se si considera il genere, le donne 25-64enni con almeno un titolo di diploma risultano il 65,3% contro il 60,1% degli uomini;
- Dal punto di vista geografico, i più bassi livelli di istruzione si riscontrano nel Mezzogiorno, dove poco il 54% ha conseguito almeno un diploma; al Centro il valore è del 68,8% e al Nord del 66,2%.
La piaga degli abbandoni precoci scolastici
Nel 2021, per quanto riguarda gli abbandoni precoci scolastici, la quota di 18-24enni che posseggono una licenza media e sono fuori dal sistema di istruzione e formazione è pari al 12,7%. Era 14,7% nel 2015, ma risulta comunque alta. L’uscita precoce dagli studi è decisamente più accentuata per i giovani stranieri: 32,5% contro il 10,9% degli italiani. Dal punto di vista geografico, l’abbandono precoce degli studi raggiunge il 16,6% nel Mezzogiorno, il 10,7% nel Nord e il 9,8% nel Centro.
Di seguito un confronto tra alcuni Paesi Europei sulla quota di 18-24enni senza diploma che sono fuori dal sistema di istruzione e formazione dal 2015 al 2021.
Come è possibile evincere dal grafico, l’Italia risulta essere una delle nazioni europee in cui il fenomeno risulta più diffuso. Sono molti gli ambiti su cui si può lavorare per combattere tale piaga, ma prima di tutto è importante identificare le variabili che incidono su questo problema. La dispersione scolastica è fortemente condizionata dalle caratteristiche socio-economiche della famiglia di origine. Incidenze molto elevate di abbandoni precoci si riscontrano quindi dove il livello d’istruzione e/o quello professionale dei genitori degli studenti è basso.
Gli indirizzi scolastici più scelti dai diplomati in Italia
Di seguito un grafico che indica le percentuali degli indirizzi delle scuole secondarie superiori italiane scelti dagli studenti. I dati sono riferiti all’anno scolastico 2021/2022.
In generale, gli uomini optano maggiormente per percorsi di studio nell’area disciplinare STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Il divario di genere, molto importante già durante la scelta della scuola secondaria di secondo grado, si acuisce ulteriormente nel momento in cui poi i diplomati devono scegliere il percorso universitario. Ciò rappresenta un problema non irrilevante per il Paese: al fine di cavalcare pienamente i nuovi trend che riguardano la trasformazione digitale, l’Italia avrebbe bisogno di un forte apporto di giovani specializzati in materie tecnico-scientifiche. La maggior parte dei giovani (per lo più donne) non formati in questi ambiti riscontrano problemi di occupazione nel medio-lungo periodo.
TAKE AWAY
► Al 2021, la quota di 25-64enni in possesso di almeno un diploma in Italia è in aumento. Risulta però inferiore rispetto alla media europea (62,7% contro 79,3%). Si registrano quote di diplomati molto differenti in termini di cittadinanza, età, genere, geografia.
► In termini assoluti, l’Italia risulta il 3° Paese in UE per numero di persone in possesso almeno di un diploma. Allo stesso tempo, il Bel Paese è tra i Paesi UE che registrano un tasso di abbandono precoce scolastico più alto.
► La maggioranza degli studenti nel 2021 frequenta un liceo scientifico, un istituto tecnico a indirizzo tecnologico o economico. Vi è una marcata differenza di genere tra gli indirizzi a carattere scientifico e quelli umanistici.
Fonti:
– ISTAT – Livelli di istruzione e ritorni occupazionali – Ottobre 2022
– EUROSTAT – Population by educational attainment level, sex and age – Febbraio 2023
– EUROSTAT – Early leavers from education and training by sex and NUTS 2 regions – Febbraio 2023
– MIUR – Portale Unico dei Dati della Scuola – Agosto 2022
[…] [8] Cfr. https://italiaindati.com/i-diplomati-in-italia/ […]