La povertà in Italia

Prima di affrontare questo tema molto complesso è bene chiarire due concetti fondamentali: quello di povertà assoluta e povertà relativa.
Un individuo che si trova in stato di povertà assoluta, o povertà estrema, non dispone di risorse essenziali (ad es.: cibo, acqua, casa, vestiti, medicine). In Italia, secondo l’ISTAT, un individuo adulto (18-59 anni) è considerato in povertà assoluta se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a 560-600€ nel Mezzogiorno, 700-800€ nel Centro, 750-840€ nel Nord. Gli importi variano in base al Comune di residenza.

Un individuo che si trova in stato di povertà relativa ha l’impossibilità di fruire di beni o servizi che normalmente sono alla portata degli individui che vivono nello stesso Paese. In altre parole, è una persona che usufruisce di un reddito che non gli permette di acquistare buona parte dei prodotti che desidererebbe acquistare.

Quante persone in povertà assoluta in Italia

Nel 2020, l’ISTAT stima oltre 2 milioni di famiglie in povertà assoluta (incidenza del 7,7%), per un totale di 5,6 milioni di individui (incidenza del 9,4%). Entrambi gli indicatori sono in forte crescita, nel 2019 erano rispettivamente 6,4% e 7,7%.
Da un punto di vista geografico, vi sono evidenti differenze territoriali. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta è del 9,4% nel Mezzogiorno e del 7,6% nel Nord. Sono oltre 2,59 milioni i poveri assoluti residenti nel Mezzogiorno, 2,5 milioni nelle regioni del Nord, circa 500.000 nel Centro.
Di seguito una serie storica dal 2005 al 2020 riguardo l’incidenza di povertà assoluta individuale (% di persone che vivono in famiglie in povertà assoluta sui residenti).

Nel 2020, dopo un 2019 positivo, tornano ad aumentare i numeri relativi alla povertà assoluta. Di fatto non si è riusciti mai a ritornare ai livelli pre-crisi del 2008. La pandemia da Covid-19 in un solo anno in sostanza avrebbe generato 1 milione di individui in povertà assoluta in più.

Identikit dei poveri in Italia

Nel 2020 si conferma un’incidenza di povertà assoluta più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti: 11,2% tra quelle con quattro componenti, 20,5% tra quelle con cinque e più. Si attesta invece attorno all’8,5% tra le famiglie di tre componenti. Anche tra le famiglie monogenitore la povertà assoluta è più diffusa rispetto alla media, con un’incidenza dell’11,7%.
Le famiglie con minori a carico sono spesso povere, e, se povere, lo sono più delle altre. Inoltre, in media, la povertà assoluta colpisce maggiormente le famiglie composte da giovani. Quest’ultimi dispongono di redditi mediamente più contenuti e non possono usufruire di risparmi accumulati nel corso della vita.

Da un punto di vista educativo, l’incidenza della povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio in possesso; passa dal 4,4%, se la persona di riferimento della famiglia ha almeno un diploma, al 10,9% se la stessa ha al massimo una licenza di scuola media.

Altro aspetto fondamentale è la condizione professionale della figura famigliare di riferimento: se operaio o assimilato, la povertà colpisce il 13,2% delle famiglie. Tra le famiglie con persona di riferimento disoccupata, la quota sale al 19,7%.

La povertà assoluta colpisce circa il 29,3% degli individui stranieri, rispetto al 7,5% di quelli italiani. Gli individui stranieri in povertà assoluta sono quasi 1,5 milioni.
L’incidenza di povertà assoluta è pari al 26,7% per le famiglie composte esclusivamente da stranieri, 25,3% per le famiglie con almeno uno straniero, 6% per le famiglie di soli italiani.

Povertà assoluta tra i minori e senzatetto

Facendo un focus sui minori, il numero di coloro che vivono in povertà assoluta è passato dal 3,7% del 2008 al 13,5% del 2020; dal 9,5% registrato nel Centro fino al 14,5% nel Mezzogiorno. La media è decisamente più alta rispetto a quella degli individui di qualsiasi età; si parla di oltre 1,337 milioni di minori in povertà assoluta.

Le famiglie con minori in povertà assoluta nel 2020 sono oltre 767.000, con un’incidenza dell’11,9% (9,7% nel 2019). La maggiore criticità di queste famiglie emerge anche in termini di intensità della povertà, con un valore pari al 21,0% contro il 18,7% del dato generale. Oltre a essere più spesso povere, le famiglie con minori sono anche in condizioni di disagio più marcato.

Per quanto riguarda i senzatetto, si stimavano nel 2014, circa 50.700 persone senza dimora. Il numero è pari allo 0,243% della popolazione regolarmente iscritta presso i 158 comuni considerati dall’indagine ISTAT (nel 2011 il valore era 0,231%). Si trattava per lo più di uomini (85,7%), stranieri (58,2%), con meno di 54 anni (75,8%) e con un età media di 44 anni. La quota di persone senzatetto più alta si registrava nelle regioni del Nord-ovest (38%); dopodiché vi erano il Centro (23,7%), il Nord-Est (18%), il Sud (11,1%) e le Isole (9,2%).

Quante persone in povertà relativa in Italia

Per quanto riguarda la povertà relativa, nel 2020, l’ISTAT ha individuato circa 2,6 milioni di famiglie (il 10,1% del totale). Si parla di un totale di circa 8 milioni di individui (il 13,5% del totale).
Rispetto al 2019, la situazione è in miglioramento. Nel 2020, sebbene la loro situazione non sia sostanzialmente cambiata, con l’abbassamento della linea di povertà relativa, alcune delle famiglie che nel 2019 si trovavano in povertà si sono ritrovate ad uscire da questa condizione.

Anche in questo caso, si evidenziano ampie differenze territoriali: nel Nord l’incidenza di famiglie in povertà relativa si attesta a 6,3%; il dato raggiunge il 18,3% nel Mezzogiorno. Di seguito una serie storica dal 2005 al 2020 riguardo l’incidenza di povertà relativa individuale (% di persone che vivono in famiglie in povertà relativa sui residenti).

Analogamente alla povertà assoluta, le famiglie con tre o più figli minori hanno una incidenza di povertà relativa molto superiore a quella media nazionale (17,5% contro 10,1%).
L’incidenza di povertà relativa è alta nelle famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (24,4%) o che è in possesso al massimo di una licenza di scuole elementare (14,9%).
Per le famiglie di soli italiani l’incidenza di povertà relativa è all’8,6%, ma triplica per le famiglie con almeno uno straniero (26,5% e 25,7% per le famiglie di soli stranieri).

Uno sguardo al resto dell’Europa

Gli impatti di un fenomeno di tali proporzioni, che riguarda quasi il 23% della popolazione residente (5,6 milioni di individui in povertà assoluta e 8 milioni in povertà relativa), sono innumerevoli e tangibili. Come evidenziato nell’articolo che esamina le diseguaglianze in Italia, l’aspetto monetario incide profondamente sul futuro della persona, sul suo titolo di studio, sulle sue condizioni lavorative, sul suo stato di salute.

Di seguito le percentuali di residenti in povertà assoluta e a rischio di esclusione sociale nel 2020 nei principali Paesi Europei. La percentuale di persone a rischio di esclusione sociale è data dalla somma delle persone che vivono in povertà assoluta o relativa con quelle che vivono in una famiglia in cui si registra un’intensità lavorativa molto bassa.

Com’è possibile evincere dal grafico, l’Italia risulta tra i Paesi europei più colpiti dal fenomeno della povertà, registrando in entrambi i casi valori al di sopra della media UE 27.

Ridurre l’incidenza della povertà in Italia

Oltre all’implementazione di efficienti politiche di redistribuzione del reddito e ad un ripensamento delle politiche attive del lavoro, appare fondamentale puntare maggiormente sul sistema educativo pubblico. In tal senso, è auspicabile dar vita a politiche che riducano drasticamente gli abbandoni scolastici prematuri e, al contempo, potenzino il sistema delle borse di studio per permettere a chiunque di realizzarsi. Agire sull’istruzione a livello nazionale inciderebbe su molte variabili che condizionano la povertà: in primis titolo di studio e qualifica professionale.

Infine, qualsiasi iniziativa atta a diminuire la povertà dovrà coinvolgere l’intero Paese, al fine di colmare gli enormi divari regionali e di cittadinanza. Occorre infatti non disperdere neanche una piccola frazione dell’enorme capitale umano che attualmente si sta dissipando. In questo frangente, molto si deve ancora fare se pensiamo, come visto nell’articolo sul mondo dei diplomati italiani, che in alcune regioni del Sud Italia gli abbandoni scolastici precoci superano il 20% e i primi gap di reddito incominciano a farsi sentire già nei primi anni di vita dell’individuo.

TAKE AWAY

► Al 2020 gli individui in povertà assoluta sono circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di minorenni. Gli individui in povertà relativa circa 8 milioni. A causa della pandemia da Covid-19, nel 2020, il numero di persone in povertà assoluta è aumentato di 1 milione.
► L’incidenza della povertà assoluta e relativa è strettamente legata alla geografia (a sfavore del Sud); al numero di componenti della famiglia (a sfavore di quelle più numerose); al titolo di studio e alla posizione professionale ricoperta dalla persona di riferimento nella famiglia; alla cittadinanza (a sfavore degli stranieri).
► L’Italia risulta essere tra i Paesi in Europa con la più alta incidenza di poveri sulla popolazione residente. Per ridurre la povertà, occorre aumentare i livelli di istruzione in tutta Italia e agire direttamente e indirettamente sulle altre variabili che condizionano la diffusione del fenomeno (geografia e cittadinanza in primis).

Fonti:
ISTAT – Le statistiche dell’Istat sulla povertà – Giugno 2021
ISTAT – Le persone senza dimora – Dicembre 2015
Save The Children – XII ATLANTE DELL’INFANZIA A RISCHIO – Novembre 2021
EUROSTAT – Living conditions in Europe – poverty and social exclusion – Novembre 2021
Fondation Abbé Pierre & FEANTSA – Fourth overview of housing exclusion in Europe – 2019