Fake News

Il termine inglese fake news (notizie false) indica notizie redatte con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, rese pubblici con il deliberato intento di disinformare. Con l’avvento di Internet, lo strumento principale di veicolo delle fake news è diventato l’articolo del blog. Il raggio di diffusione di questi articoli è considerevolmente aumentato anche per le più piccole testate; in poco tempo, questi siti riescono a raggiungere masse considerevoli di utenti attraverso i social media. Potenzialmente, ad oggi, chiunque è in grado di creare una notizia falsa e raggiungere decine di migliaia di persone.

Perché le fake news hanno tanto successo

Le fake news ignorano completamente le norme editoriali, le regole, i processi adottati nei media per garantire la conformità e verificabilità; eppure, riescono a riscuotere enorme successo.

Innanzitutto tali notizie fanno leva su determinate paure e quindi sull’emotività dell’opinione pubblica. Sfruttano convinzioni condivise dalle masse, che prescindono del tutto o in parte dalla conformità con il reale. Cercano di ottenere il c.d. effetto confirmation bias; in genere gli individui accettano facilmente informazioni che confermano le proprie convinzioni e respingono informazioni che non lo fanno.

Gli autori delle fake news fanno uso sapiente di titoli sensazionalistici e foto per attirare l’attenzione attraverso i social media e, conoscendo gli algoritmi che si celano dietro i motori di ricerca e i social media più diffusi, usano specifiche tecniche di advertising per far sì che la notizia diventi virale.

Peraltro, i social media, per come sono strutturati, concorrono alla creazione di filter bubble (bolle di filtraggio). Sulla base delle scelte e delle ricerche effettuate nel passato, i social network offrono contenuti che si allineano alle proprie convinzioni; da questo punto di vista, non aiutano a sviluppare senso critico e pluralismo.

Cherry picking e fallacia logica

Le fake news citano spesso studi effettivamente svolti e fatti realmente accaduti facendo uso della tecnica di cherry picking. L’autore di una fake news seleziona esclusivamente le prove a sostegno della propria tesi, ignorando al contempo tutte le altre che la potrebbero confutare.

Infine, molto spesso vengono messe in correlazione due o più variabili tra le quali in realtà non esiste nessun nesso da un punto di vista scientifico. Viene confuso il concetto di correlazione con quello di causalità. La correlazione si riferisce ad una relazione tra due (o più) variabili che cambiano insieme. La causalità si riferisce ad una relazione tra due (o più) variabili dove una variabile causa l’altra. Si ha causalità tra due variabili, quando c’è correlazione, una variabile precede l’altra e non vi è una terza variabile che abbia un impatto sulle due variabili.

Gli impatti delle fake news in Italia e nel mondo

Proprio per le caratteristiche appena esposte, è evidenziato da molti studi il divario tra la velocità con cui le fake news divengono virali e la lentezza con cui le corrispondenti smentite, forti di dati e fonti autorevoli, diventano altrettanto visibili. Il risultato di tutta questa disinformazione non si traduce semplicemente in una maggiore ignoranza, ammesso che questa possa essere tollerata. Una singola fake news può provocare gravi conseguenze:

  • Dal punto di vista socio-politico, per la loro capacità di diffondersi tra le persone e capitalizzare l’attenzione, ne hanno fatto uso politici in tutto il mondo; lo scopo principale è quello di dirottare l’opinione pubblica su determinati temi o sostenere le proprie campagne elettorali;
  • Dal punto di vista della sicurezza, singoli individui o interi gruppi etnici vengono denigrati sulla base di fatti mai avvenuti, subendo intimidazioni, verbali e non. Emblematici sono i disordini avvenuti in Myanmar tra il 2014 e il 2018. Facebook ha di recente ammesso di aver avuto un ruolo determinante nelle campagne d’odio e razziste che sono state diffuse nel Paese;
  • A livello sanitario, si possono innescare importanti ripercussioni sulla salute pubblica. In Italia, il 92,4% delle notizie false di tipo scientifico rilevate nel 2019 demonizzerebbe l’uso dei vaccini. Nel 2020 la maggior parte delle fake news in ambito scientifico ha riguardato il Covid-19.

La diffusione del fenomeno in Italia

In Italia, nello specifico, secondo una ricerca di AGCOM, nel 2018, più della meta delle fake news (57%) riguardava notizie riconducibili a fatti di cronaca, politica e accadimenti di rilevanza internazionale. Seguiva la categoria delle notizie di carattere scientifico e tecnologico, oggetto del 19% dei contenuti fake. Quest’ultime sono notizie idonee a produrre effetti sulla sfera ideologica dei cittadini; suscitano grande interesse nella popolazione. Quanto alle restanti categorie di contenuti (“cultura e spettacolo” 16%, “economia” 6% e “sport” 1%), coprivano congiuntamente meno di un quarto dell’offerta complessiva di disinformazione.

Nel 2018, il volume di disinformazione nel Bel Paese risultava nel complesso crescente sia in termini assoluti sia in termini relativi. Le evidenze degli ultimi anni descrivono inoltre un sistema informativo che soffre di una maggiore incidenza della disinformazione durante i cicli politici. Quando gli argomenti trattati sono quelli afferenti alla politica, specie nel periodo elettorale, il rischio è che informazioni false, manipolate o infondate concorrano a formare le espressioni di voto dei cittadini. Nel 2020 e 2021, il focus delle fake news si è spostato nel campo scientifico e tecnologico e ha riguardato in particolare la pandemia da Covid-19.

Gli strumenti messi in campo per arginare le fake news

A livello globale e dunque anche in Italia, negli ultimi anni, sono nati numerosi siti dediti al debunking delle fake news. Per debunking si intende l’attività di smascherare ciarlatanerie, bufale, notizie false, esagerate, antiscientifiche, dubbie o tendenziose. Queste piattaforme adoperano come approccio il fact-checking; si accertano che le affermazioni e i dati contenuti in un determinato articolo siano estrapolati da fonti attendibili e/o basati su evidenze scientifiche.
Come anticipato, tali articoli spesso non competono per diffusione con le fake news che smentiscono. Come spiegano più studi scientifici, gli articoli che spiegano con dati scientifici l’infondatezza di una notizia falsa, spesso non raggiungono il pubblico complottista oppure lo fanno reagire nel senso opposto a quello sperato.

Si è pensato anche di etichettare le notizie false segnalandole agli utenti nei social media in cui vengono pubblicate; eppure, il CEIS ritiene che questa iniziativa risulterebbe irrilevante, se non controproducente. Come nel caso del debunking, si ritiene che tale etichettatura potrebbe spingere a polarizzare e rafforzare le convinzioni di coloro che ormai sono stati “contagiati” dalla fake news. In alcuni casi, è stato perfino dimostrato che gli utenti spesso condividono la notizia anche se la ritengono falsa, in parte o totalmente.

Infine, si pongono ulteriori problematiche di carattere etico. Identificando enti terzi capaci di controllare ogni singola notizia, si concede di fatto a quest’ultimi un potere molto forte, assimilabile a quello di censura.

Pochi semplici accorgimenti per difendersi dalla disinformazione

Il tema delle fake news, in Italia e non solo, è un problema molto importante ed è stato provato da più studi che il terreno fertile per tale tipo di notizie è costituito soprattutto da persone che soffrono di analfabetismo digitale. Stimolare gli utenti a esercitare il proprio spirito critico e incentivare un utilizzo coscienzioso dei nuovi strumenti digitali sembrano dunque le strade migliori. Per combattere la disinformazione, senza ricorrere a mere censure, si possono infatti prendere piccoli accorgimenti per capire se una notizia è vera o no.

  • Controllare la credibilità dell’editore. L’editore deve soddisfare gli standard di citazione accademica e non bisogna giudicarlo in base alla sua popolarità. Occorre leggere attentamente il nome di dominio (alcuni siti copiano i domini di altri siti attendibili modificando poche lettere) e la sezione “Chi siamo” per reperire più informazioni sull’editore e la sua mission. Alcuni siti nascono con l’obiettivo di scrivere notizie satiriche/fantasiose. Anche se è stato condiviso da un amico o da un parente, occorre controllare se il contenuto proviene da un sito web noto per clickbait (ovvero un sito la cui principale funzione è di attirare il maggior numero possibile d’internauti, senza preoccuparsi della qualità delle notizie veicolate);
  • Prestare attenzione alla qualità e alla data della notizia. Gli articoli online in cui è possibile ravvisare numerosi errori ortografici, molte maiuscole o insoliti segni di punteggiatura (ad es: “?!?!?!”), molto difficilmente risulteranno attendibili. Le testate giornalistiche affidabili rispettano alti standard grammaticali e adottano toni pacati. Inoltre, è consigliabile controllare la data di pubblicazione per capire se la storia è attuale, riciclata o decontestualizzata temporalmente;
  • Controllare le fonti e le citazioni. Se all’interno dell’articolo non sono riportate le fonti, in particolare su una questione complessa, l’articolo non è attendibile. Qualora fossero riportate delle fonti, ma il tono dell’articolo risulta eccessivamente sensazionalistico, si consiglia di cercare la stessa notizia o la stessa immagine su un qualsiasi motore di ricerca, per capire se la notizia è stata amplificata o distorta dall’editore;
  • Verificare la notizia in siti dedicati al debunking. Se si nutrono dubbi sull’attendibilità di una notizia, si può ricercarla in siti specializzati nel fact-checking, italiani e non.

TAKE AWAY

► Le fake news sono definibili come notizie false, esagerate, antiscientifiche, dubbie o tendenziose. La loro fortuna si basa su determinate tecniche di pubblicazione e su alcune falle del pensiero logico. Per tale motivo, vi è un forte divario tra la velocità con cui le fake news divengono virali e la lentezza con cui le smentite diventano altrettanto visibili.
► Le fake news generano ignoranza, ma possono anche provocare gravi conseguenze sul piano della salute, dell’economia, della sicurezza. In Italia, nel 2018, il 57% delle fake news riguardava notizie riconducibili a fatti di cronaca, politica e accadimenti di rilevanza internazionale. Nel 2020 la maggior parte riguarda la pandemia da Covid-19.
► Non è facile combatterne la diffusione: occorre stimolare l’esercizio dello spirito critico e incentivare un utilizzo coscienzioso dei nuovi strumenti digitali.

Fonti:

AGCOM – Disinformazione. Attenzione alle trappole e come non caderci
Daniel Kahneman – Pensieri lenti e veloci, Mondadori, 2020
David Spiegelhalter – L’arte della statistica. Cosa ci insegnano i dati, Einaudi, 2020
CEIS TorVergata– Economic Evaluation and Health Technology Assessment: l’impatto delle Fake News in ambito sanitario – Novembre 2019
Istituto Superiore di Sanità – L’impatto dei programmi vaccinali in Italia – Marzo 2018
Wired – How Facebook’s Rise Fueled Chaos and Confusion in Myanmar – Giugno 2018
AGCOM – News vs Fake nel sistema dell’informazione – Novembre 2018
Zollo F., Bessi A., Del Vicario M., Scala A., Caldarelli G. et al. – Debunking in a world of tribes – Luglio 2017
Harvard Summer School – 4 Tips for Spotting a Fake News Story