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🇮🇹 Negli ultimi 20 anni l’economia italian 🇮🇹 Negli ultimi 20 anni l’economia italiana è stata caratterizzata da una prolungata stagnazione, perdendo terreno rispetto agli altri Paesi avanzati. Il motore principale della crescita è l’ #innovazione e per innovare sono senza dubbio necessarie risorse e #conoscenze. 

🇮🇹 Come si può evincere dal primo grafico, in #Italia, la spesa dedicata all’innovazione è molto bassa se paragonata ad altri #Paesi avanzati. Per rivitalizzare l’ #economia italiana, è auspicabile che lo Stato investa maggiormente nel proprio sistema educativo e si incentivi anche il tessuto produttivo privato a puntare maggiormente sull’innovazione. 

🇮🇹 Ciò permetterebbe anche di combattere il fenomeno dell' #emigrazione qualificata. Soprattutto per il tema legato alla retribuzione, da anni l’Italia assiste inesorabilmente a questo esodo.

🇮🇹 Per capire quanto il fenomeno della “ #fugadicervelli ” stia assumendo contorni sempre più preoccupanti, si guardi il secondo grafico, dove vengono elencati i Paesi che hanno ricevuto più premi di ricerca assegnati dall’European Research Council nel 2021. Tali premi, fino a 1,5 milioni di euro, vengono erogati per 5 anni ai migliori progetti di ricerca europei. Il 15% dei ricercatori premiati ha cittadinanza italiana, ma solo il 7% dei progetti viene realizzato in Italia.

🇮🇹 Per approfondire, visita il link in bio.
👉 #Welfare / Il mondo post-universitario italiano
🇮🇹 Per quanto riguarda il mondo dei #master, 🇮🇹 Per quanto riguarda il mondo dei #master, il 42,8% dei diplomati di master di primo livello ha concluso un corso nell’area economica, giuridica e sociale, il 28,9%. Per i diplomati di master di secondo livello le aree disciplinari più rappresentate sono quella medica (36,8%) e quella economica, giuridica e sociale (33,8%), seguite dall’area scientifica e tecnologica (20,1%) e umanistica (9,2%).

🇮🇹 La componente femminile è particolarmente elevata tra i diplomati di master ed è pari al 62,1%. La quota di donne è massima tra i diplomati dell’area umanistica (76,8%) e di quella medica (67,1%); scende al
58,5% per i diplomati dell’area economica, giuridica e sociale. L’area disciplinare in assoluto a minore incidenza femminile è quella scientifica e tecnologica, con una quota di donne pari al 45,6%. Complessivamente, l’età media al conseguimento del titolo di master è pari a 34,2 anni.

🇮🇹 A un anno dal conseguimento del master, il tasso di occupazione è complessivamente pari all’86,0%: 85,3% per i diplomati di master di primo livello e 86,9% per i diplomati di secondo livello. La #retribuzione mensile netta, a un anno dal conseguimento del master, è pari in media a 1.847 euro (2.043 euro per quelli di secondo livello, 1.696 euro per quelli di primo livello). Si tratta di un valore nettamente più elevato di quello osservato nel 2022 per i laureati, sia a un anno, sia a cinque anni dal titolo.

🇮🇹 Il livello qualitativo dei master erogati in Italia cresce ogni anno. Nella QS World University Rankings 2023, tra i primi 100 master al mondo, sono menzionate quattro #università italiane.

🇮🇹 Anche nel mondo dei master italiani, vi sono però delle ombre. In particolare, in italia, il titolo rischia di assumere una veste classista. I costi per partecipare ad un master, specie se di secondo livello ed erogato da istituti privati, sono piuttosto alti: superiori mediamente ai 5.000 euro annui con picchi di 20-40.000 euro. Anche per tale motivo, l’estrazione sociale della famiglia dell’iscritto è un fattore fondamentale. 

🇮🇹 Per approfondire, visita il link in bio.
👉 #Economia / Il mondo post-universitario italiano
🇮🇹 In media, nel 2022, i dottorandi Italiani 🇮🇹 In media, nel 2022, i dottorandi Italiani si iscrivono uno o due anni dopo aver conseguito la laurea magistrale. Dal punto di vista del genere, non ci sono differenze significative. Nel 2022, l’età media al conseguimento del titolo di #dottore di #ricerca è pari a 32,4 anni.

🇮🇹 A un anno dal conseguimento del titolo di dottore di ricerca, il tasso di #occupazione al 2022 è complessivamente pari all’90,9% (91,9% per gli uomini e al 90% per le donne). Il tasso di occupazione dei dottori di ricerca ad un anno dal titolo va dal 93,2% nell’ambito ingegneristico, all’81% nell’ambito delle scienze umane.

🇮🇹 A un anno dal conseguimento del titolo di studio la #retribuzione mensile netta dei dottori di ricerca è pari, in media, a 1.836 euro, valore nettamente più elevato di quello osservato sia per i laureati di secondo livello a un anno dalla laurea (+34,4%, 1.366 euro) sia per quelli a cinque anni (+8,2%, 1.697 euro).

🇮🇹 Nonostante i dati positivi appena mostrati, il mondo dei dottorandi italiani, mostra alcune problematiche. Tra i Paesi OCSE, l’Italia risulta indietro per numero di dottorati in termini assoluti e sulla popolazione. L’Associazione Dottorandi e Dottori di ricerca in Italia (ADI) ha calcolato che dal 2007 al 2018 i posti banditi per un dottorato di ricerca sono diminuiti di oltre il 43%. I primi 10 atenei (quasi tutti del Nord) per numero di posti banditi, nel 2018, hanno bandito il 43% del totale dei posti.

🇮🇹 Al 2018, il 66,2% dei dottorandi svolgeva il dottorato nella stessa #università in cui ha conseguito la #laurea. Questo fenomeno, definito academic inbreeding (consanguineità accademica), è sconsigliato da un’ampia letteratura. Specializzare e assumere dottorandi laureati nello stesso ateneo non aiuta a far circolare le idee tra diverse università e limita dunque le potenzialità della ricerca. Infine, al 2017, i ricercatori italiani guadagnano in media circa 30.000 dollari annui netti, decisamente meno rispetto a quelli inglesi (75.000), tedeschi (60.000) o francesi (50.000). 

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👉 #Economia / Il mondo post-universitario italiano
🇮🇹 Analizzare i numeri relativi al mondo pos 🇮🇹 Analizzare i numeri relativi al mondo post-universitario di un Paese è fondamentale per capirne il potenziale in termini di #ricerca e #innovazione. Nel sistema educativo italiano si distinguono principalmente quattro tipologie di titoli post-universitari.

🇮🇹 I #master di primo o secondo livello: i primi si possono ottenere se si è in possesso di una laurea triennale, i secondi di una laurea magistrale. I master, che possono essere erogati da un’ #università (universitari) o organizzato da un istituto abilitato, hanno la finalità di approfondire specifici ambiti disciplinari. 

🇮🇹 Il #dottorato di ricerca: ha l’obiettivo di preparare alla metodologia per la ricerca scientifica avanzata. Prevede solitamente un’esperienza estera e l’utilizzo di laboratori di ricerca. L’ammissione richiede il possesso di una laurea magistrale e il superamento di un concorso per l’accesso.

🇮🇹 La #specializzazione: tale titolo viene erogato dalle Scuole di Specializzazione e ha lo scopo di formare specialisti in un determinato settore.

🇮🇹 L’ #Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio delle professioni: a seguito del superamento dell’esame, si è abilitati all’esercizio di una determinata professione ed è possibile iscriversi al corrispondente Albo Professionale. In Italia esistono numerosi ordini e collegi professionali (Avvocati, Commercialisti, Ingegneri, Medici e Odontoiatri, Notai, Psicologi…).

🇮🇹 Com’è possibile evincere dal grafico, dal 2007-2008 si è assistito ad un calo marcato di #diplomati alle scuole di #specializzazioni e di abilitati all’esame di stato. Negli ultimi anni hanno rallentato inoltre i diplomati ai master universitari di II livello e i dottori di ricerca. Nel 2020 esplode invece il numero di diplomati in master di I livello. Nel 2021 hanno conseguito un titolo post lauream circa 100.000 persone. Nei dati MIUR vengono considerati solo i master universitari e non quelli privati.

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👉 #Welfare / Il mondo post-universitario italiano
🇮🇹 L’emergenza Covid-19 nel 2020 ha accele 🇮🇹 L’emergenza Covid-19 nel 2020 ha accelerato la digitalizzazione del settore finanziario e assicurativo, cambiando esigenze e abitudini di clienti e #PMI nell’interazione con #banche e le #assicurazioni. 

🇮🇹 Nel 2022 il valore mediano dei ricavi delle aziende del settore #insurtech e #regtech è raddoppiato rispetto a quello del 2021 e sono state create altre 27 nuove startup, per un totale di 630 dal 2009.

🇮🇹 Eppure, solo il 44% è in grado di orientarsi verso i mercati esteri, vero banco di prova per la crescita; inoltre, quelle che hanno ricevuto un finanziamento pari a un milione di dollari sono solo 36. 

🇮🇹 Vi è un’elevata concentrazione geografica (con Milano a rappresentare quasi il 70% delle operazioni di funding) e numerica, con il 90% delle risorse erogate al 5% delle #startup e #scaleup (startup che hanno già sviluppato il proprio prodotto o servizio e il proprio business model scalabile e ripetibile).

🇮🇹 Rispetto a mercati più maturi come quello anglosassone, in #Italia c’è un ritardo generalizzato da colmare. L’ecosistema di startup #Fintech e Insurtech in Europa é così suddiviso: il Regno Unito conta circa il 38% delle startup registrate, davanti a Francia e Germania, rispettivamente all’11% e al 9%. Per quanto sempre più diffuso, il fenomeno della Fintech può dunque ancora esprimere nel Bel Paese una crescita molto importante nel futuro.

🇮🇹 Per l’Italia sarà fondamentale investire maggiormente nel sistema educativo pubblico e in un solido ecosistema di start-up innovative, che attualmente sembra sottodimensionato rispetto ad altri Paesi sviluppati.

🇮🇹 Per approfondire, visita il link in bio
👉 #Trend dal mondo / Fintech
🇮🇹 Il termine #Fintech nasce dalla contrazio 🇮🇹 Il termine #Fintech nasce dalla contrazione di #Finance (Fin) e #Technology (Tech) e indica qualsiasi #innovazione tecnologica nei servizi finanziari. 

🇮🇹 Tale rivoluzione è incominciata agli inizi degli anni 2000. Gli ambiti della vita quotidiana rivoluzionati dalla Fintech, ad oggi, sono molti, in Italia e nel mondo.

🇮🇹 L’emergenza Covid-19 del 2020 ha accelerato la #digitalizzazione del settore finanziario e assicurativo, cambiando esigenze e abitudini di clienti e #PMI nell’interazione con #banche e le #assicurazioni. 

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👉 #Trend dal mondo / Fintech
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